Il check-up può soddisfare solo poche imprese
Nell’ambito del POR FESR 2007/2013, lo sportello Energia di Sardegna Ricerche ha pubblicato il Bando “Micro-incentivi per Check-up Energetici nelle imprese.
«Un check-up energetico con l’obiettivo finale di consentire alle imprese di dotarsi di strumenti e misure che permettano loro di razionalizzare e risparmiare i propri consumi energetici creando un opportunità economica che si possa tradurre in un vantaggio competitivo durevole.
È senz’altro interessante, ma la dotazione finanziaria disponibile sul presente bando è un misero importo di 200.000,00 Euro, che può soddisfare poche imprese su circa un totale di 143mila attive in Sardegna». Lo denuncia l’APAN (Associazione, Piccole e Medie Imprese)
Ma oltre all’esiguità dell’importo emerge la difficoltà della numerosa documentazione che viene richiesta.
Per l’impresa è un lavoro enorme per raccogliere, catalogare dati storici, di conduzione, gestione e manutenzione degli impianti, dei costi e dei risultati attesi. Redazione di un business plan, di un piano di manutenzioni ordinarie e secondarie e analisi di studio dei recuperi energetici.
Il tutto per l’ottenimento di un contributo a fondo perduto, finalizzato alla copertura delle spese pari all’80% delle stesse per un importo di € 4.000,00, che non soddisfano i costi dell’intero progetto che dev’essere elaborato da esperti qualificati.
Detto incentivo viene erogato alla conclusione del servizio, solo nel caso in cui si rispettino i contenuti richiesti dal Bando e cioè la regolarità nella compilazione dei documenti da allegare e a patto che l’importo richiesto sia congruo con i consumi energetici dell’impresa.
Questo comporta un impegno importate per il professionista senza peraltro, alcuna garanzia sulla propria parcella. Ciò significherebbe impegnarsi in un’attività che comporterebbe un investimento importante in tempo, fatica e denaro senza averne, probabilmente, alcun beneficio.
«Per questi motivi i professionisti, da noi interpellati, ritengono non remunerativo impegnare le loro risorse in questo bando. Si parla tanto di eliminare il mostro della burocrazia e si continua a operare in modo farraginoso con decreti, riferimenti normativi e disposizioni di legge che richiamano l’Unione Europea, il Governo Italiano e la Regione Sarda. Il tutto per mettere in difficoltà le imprese sia nell’interpretazione del bando che nell’anticipare la spesa a fronte della numerosa documentazione da compilare» conclude il direttore Gian Franco Seddone.